Ero rapito da quelle parole, dalle parole di tutte quelle persone interessanti.
In alcune notavo sofferenza, in altre voglia di riscatto, in altre ancora serenità.
Stavo bene in loro compagnia, il tempo passava così velocemente che non era mai abbastanza.
Poi ad un tratto tutto finì.
Ero incredulo nel constatare che dopo tutto il tempo passato con loro e l’impegno per instaurare con loro un’atmosfera piacevole e gioviale, quelle persone e quella compagnia fossero finite in un attimo.
Sapevo già che come di consueto tutto sarebbe cominciato e finito allo stesso modo, ma questa volta c’era qualcosa di particolare.
Proprio in quel momento mi guardai intorno e vidi solo facce estranee assorte nei loro pensieri.
Forse anche alcuni di loro, come me, ora stavano comunicando con persone interessanti e cordiali.
Pensai di poter cominciare a ricreare quell’ambiente, ma mi accorsi subito che era impossibile.
I miei tentativi risultarono frustrati dalla diffidenza e dall’indifferenza di chi mi stava intorno.
Chi sa se qualcuno di tutti quelli che era li, fino a un momento prima stava apprezzando lo stesso commento che avevo apprezzato io, oppure commentavano la stessa idea che avevo commentato io?
Chi sa se era tra le persone piacevoli e gioviali con cui mi relazionavo fino a qualche minuto prima.
Ma è impossibile!
È impossibile che in questo vagone, in questo tratto di ferrovia di questa piccola regione d’Italia, ci sia qualcuno che stava con me in un posto inesistente a commentare frasi scritte in un blog.
Però mi chiedo: “E se in questo vagone ci fossero tutti i miei follower e tutti quelli che seguo e che né io né loro lo sapessimo? Che atmosfera ci sarebbe?
La stessa indifferenza?