C’era un giardino che non era il mio e
c’erano rose meravigliose che mi erano cresciute tutte intorno, tanto che non riuscivo più a vedere.
Ma potevo ancora sentire la vita, così ascoltavo e ascoltavo senza dire mai nulla per non far appassire le rose.
Non potevo restare per sempre ad ascoltare, così cominciai a parlare dicendo cose senza dirle e facendo cose senza farle.
Ma le spine crescevano ogni anno di più e cominciavano a stringere, tanto che il dolore divenne insopportabile.
Poi, un arido giorno d’estate, i miei pensieri divennero come lame affilate che uscivano dalla mia mente e distrussero tutto quanto.
Da quel giorno cominciai finalmente a vivere.